Allergie al polline ed inquinamento

L’allergia ai pollini è una reazione di ipersensibilità del nostro sistema immunitario.

E’ scatenata dall’inalazione dei granuli di polline prodotti dalle piante e si presenta, quindi, con una periodicità legata ai loro cicli di riproduzione.

In tutto il mondo, il numero di individui allergici al polline è in continuo aumento: in Italia, per esempio, ne contiamo ormai circa 10 milioni (cioè 1 individuo su 6).

Recenti studi stanno dimostrando però, che su 3 allergici, solo 2 lo sono davvero, mentre l’ultimo presenterebbe tutti i classici sintomi – rinite, tosse e asma – solo a causa dell’inquinamento ambientale.

Le origini delle allergie

In passato l’aumentare delle malattie allergiche causate dal polline, era stato attribuito soprattutto alle anomalie climatiche: gli inverni più caldi e le fioriture anticipate infatti, favoriscono una produzione di polline sempre più abbondante e causano così maggiori disturbi in chi è predisposto geneticamente.

Ricerche più recenti, dimostrerebbero però che, oltre alle modificazioni climatiche, ci siano altre cause altrettanto importanti alla base dell’aumento dei soggetti allergici.

La scoperta si deve a uno studio condotto in Germania dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz in collaborazione con il University Medical Center dell’Università Johannes Gutenberg (lo studio è stato pubblicato sulla rivista ‘Frontier Allergy’). Lo studio dimostra che l’effetto infiammatorio del polline è potenziato dagli agenti inquinanti presenti nell’aria.

Polline ed inquinamento

Il  polline, prima di essere respirato,  “cattura” e “trasporta” con sé alcuni noti inquinanti atmosferici, come l’ozono, il biossido di azoto e il particolato (l’insieme delle piccolissime particelle sospese nell’aria, spesso appartenenti a sostanze dannose).

Una volta entrato nelle nostre vie aeree il polline “libera” gli ossidi di azoto e l’ozono. Se gli inquinanti nei nostri polmoni raggiungono quantità elevate, alterano la struttura dei granuli di polline, e generano così sintomi quali rinite e tosse sia nei pazienti allergici, sia in chi, normalmente non lo sarebbe.

Tra i pollini interessati da questo fenomeno ci sarebbero anche quelli delle graminacee, piante purtroppo presenti in tutto il mondo e in quasi tutte le zone climatiche.

Quindi, possiamo dire che gli agenti inquinanti contribuiscono in ben 2 modi all’aumento delle allergie:

  • in maniera diretta, legandosi ai granuli di polline e aumentando il loro effetto infiammatorio nelle vie respiratorie di tutti, allergici e non;
  • in maniera indiretta, modificando il clima e favorendo la produzione di polline da parte delle piante;

Per curare chi soffre di malattie allergiche, dunque, sarà necessario che la scienza studi  di pari passo anche le problematiche legate all’ambiente e che le istituzioni  promuovano politiche che migliorino la qualità dell’aria, sia in termini di inquinamento che di riduzione della quantità di pollini presenti.

Consigli pratici per lenire i disturbi allergici

Per la battaglia quotidiana contro le allergie invece, vi elenchiamo alcuni consigli pratici da seguire:

  • ricorrere a lavaggi nasali frequenti e con soluzioni ipersaline;
  • utilizzare le lacrime artificiali contro la secchezza oculare;
  • pettinarsi nel bagno e non in camera da letto, per evitare che il cuscino raccolga il polline attraverso i capelli;
  • se i sintomi peggiorano, non ricorrere subito ad antistaminici e corticosteroidi, ma consultare invece uno Specialista.