Il Ronflement e le sindromi da apnea del sonno
Quello che si deve sapere sul Ronflement
Un adulto su quattro russa. Il volume sonoro del ronflement (russamento) può raggiungere i 90 dB; questo rumore corrisponde a quello di un camion o di un martello pneumatico con intensità che, in ambienti lavorativi, sono giudicati nocivi alla salute.
La frequenza del russamento può scendere fino a 25 hertz. A queste frequenze non è più filtrato dalle pareti interne della camera che, al contrario, possono mettersi in vibrazione e partecipare alla sua propagazione alle stanze ed appartamenti vicini.
Il rumore del russamento è prodotto da un’ugula allungata associata ad un palato molle sfiancato e lasso che vibrano come una vela al vento. La fatica, i farmaci, come i sonniferi ed i calmanti, l’alcool e gli eccessi di peso possono accentuare questo fenomeno.
L’origine del russamento può anche essere una deviazione del setto nasale, l’ipertrofia dei turbinati, la poliposi nasale, un’allergia che ostruisca le vie respiratorie o più raramente, una malattia neurologica. Le percentuali dei russatori uomini e donne si avvicinano con l’aumentare dell’età. Nelle femmine il russamento inizia di solito dopo la menopausa o dopo una gravidanza.
La frequenza del russamento può scendere fino a 25 hertz. A queste frequenze non è più filtrato dalle pareti interne della camera che, al contrario, possono mettersi in vibrazione e partecipare alla sua propagazione alle stanze ed appartamenti vicini.
Il rumore del russamento è prodotto da un’ugula allungata associata ad un palato molle sfiancato e lasso che vibrano come una vela al vento. La fatica, i farmaci, come i sonniferi ed i calmanti, l’alcool e gli eccessi di peso possono accentuare questo fenomeno.
L’origine del russamento può anche essere una deviazione del setto nasale, l’ipertrofia dei turbinati, la poliposi nasale, un’allergia che ostruisca le vie respiratorie o più raramente, una malattia neurologica. Le percentuali dei russatori uomini e donne si avvicinano con l’aumentare dell’età. Nelle femmine il russamento inizia di solito dopo la menopausa o dopo una gravidanza.
Le possibilità di trattamento
Ci sono diversi mezzi per evitare o diminuire il russamento: utilizzare dilatatori delle narici, bande di contenzione del mento, cuscini speciali per la nuca, apperecchi che emettono impulsi particolari che risvegliano il russatore e lo obbligano a cambiare posizione, maschere ad ossigeno o maschere a pressione positiva (CPAP). In ogni caso la maggior parte di questi metodi risulta fastidiosa per il paziente e poco efficace, per cui è quasi sempre necessario ricorrere alla chirurgia.
Interventi su setto nasale e turbinati
Il primo passo del trattamento chirurgico consiste nell’eliminare gli ostacoli ad una buona respirazione nasale. Creste cartilaginee del setto nasale e ipertrofie dei turbinati possono essere eliminate con il LASER CO2 , ambulatoriamente ed in anestesia locale (vedi figure) in una o più sedute. Dopo una semplice anestesia per contatto si riduce lo spessore della mucosa dei turbinati ipertrofica e si eliminano le creste cartilaginee del piede del setto nasale. Il decorso post-operatorio è quasi asintomatico, simile a quello di un forte raffreddore, non richiede quasi mai tamponamento e necessita dell’applicazione di creme per evitare la formazione di croste.
Se il russamento persiste si devono eseguire interventi sul palato e sull’ugula. Il metodo più comune di trattamento del russamento (UPPP o uvulo-palato-faringo-plastica) è costoso e doloroso poiché implica un intervento chirurgico al palato ed all’ugula, richiede una anestesia generale, una degenza in ospedale di cinque-sette giorni ed una sospensione delle attività lavorative da una a due settimane dopo la dimissione.
Da qualche anno un nuovo metodo di trattamento Laser (LAUP o uvulo-palatoplastica laser assistita) è stato utilizzato con successo in pazienti che soffrono sia di un semplice russamento che di crisi di apnea respiratoria notturna (arresto della respirazione durante il russamento che si verifica in circa il 25% dei casi).Troverete acclusa una descrizione del metodo. Nell’eventualità che decidiate il trattamento è sottinteso che dovrete rivolgervi al vostro specialista.
Figure 1 e 2: Intervento LASER per deviazione del setto e ipertrofia dei turbinati. Risultato dell’intervento chirurgico eseguito in anestesia locale, ambulatoriamente
Il trattamento ambulatoriale LAUP con il Laser
Lo scopo dell’intervento chirurgico LAUP (Laser Assisted Uvulopalato Plasty – Uvulopalato Plastica Laser Assistita) è quello di accorciare, rimodellare ed irrigidire la parte molle del palato e l’ugula.
La gola è anestetizzata in superficie con spray di Lidocaina, la parte molle del palato è ulteriormente insensibilizzata mediante due o tre iniezioni di anestetico. Appena l’anestesia locale è efficace, l’ugula troppo lunga viene accorciata mediante evaporazione per mezzo del raggio laser a partire dalla punta. Viene quindi rimodellata la parte sfiancata e molle del palato sempre a mezzo del raggio laser. Questo intervento dura circa 20 minuti. Dopo un’ora o poco più di riposo ed un controllo da parte dello specialista, il paziente può ritornare a casa. L’astensione dal lavoro dura in generale da due a quattro giorni.
Quando, dopo la guarigione della ferita, si dovesse constatare che il russamento persiste si potrà ulteriormente rimodellare ed irrigidire il palato molle. In tal caso l’operazione avverrà circa sei-otto settimane dopo la prima. E’ importante sottolineare che questa possibilità di un secondo intervento è legata alla necessità per il chirurgo di essere sempre conservativo e prudente, poiché un’asportazione eccessiva di tessuto potrebbe provocare una insufficienza del palato, con reflusso di liquidi e cibo verso il naso (complicazioni frequenti dell’UPPP). Se i tessuti del palato molle dovessero nuovamente distendersi e sfiancarsi, dopo due-tre anni, sarà sempre possibile ricorrere nuovamente, senza problemi, all’intervento LAUP.
Figura 3 e 4: Intervento LAUP per Ronflement: passare puntatore del mouse sopra la figura per visualizzare il risultato del trattamento LAUP
Le domande più frequenti
Il trattamento propriamente detto è completamente indolore perché viene effettuato in anestesia locale. Dopo gli interventi sul setto nasale e sui turbinati il paziente proverà per alcuni giorni un fastidio paragonabile a quello di un forte raffreddore. In generale non si utilizzano tamponamenti se non batuffoli di cotone. Qualora il tamponamento dovesse essere necessario, verranno inseriti nelle narici delle piccole e morbide spugne (Merocel®), che saranno rimosse entro 24 ore. Le complicazioni sono scarse e poco pericolose, per lo più emorragie che di solito si arrestano spntaneamente e richiedono assai di rado un tamponamento nasale. Per 10-15 giorni il paziente dovrà eseguire lavaggi nasali con soluzioni saline ed applicare pomate per evitare la formazione di croste
L’intervento vero e proprio (sia quello sul naso che quello sulla gola) dura circa 20 minuti seguito da circa un’ora di riposo nello studio medico, dopo di che il paziente può rientrare a casa
Gli interventi sul naso richiedono in genere due sedute (una per ciascuna narice, a distanza di 2-3 settimane). Il trattamento LAUP viene effettuato in una seduta successiva. Il tasso di riuscita dell’intervento è tra l’80% ed il 90%. In alcuni pazienti potrebbe essere necessaria una seconda operazione ed alcune volte una terza
La maggior parte delle reazioni secondarie consiste in dolori più o meno forti durante la deglutizione con senso di corpo estraneo in gola. Durante la prima settimana sovente il paziente deve nutrirsi esclusivamente di alimenti leggeri, liquidi, frullati o passati e comunque molto morbidi. Per qualche giorno sono da evitare attività pesanti svolte in ambienti molto caldi o molto freddi, così come lavori in ambienti polverosi. Il tasso di complicazioni dopo la LAUP è insignificante.
Le regioni non riconoscono ancora l’assistenza diretta per gli interventi ambulatoriali o in day-hospital. E’ prevista la possibilità, se l’intervento avviene con ricovero di 2 giorni, di usufruire dell’assistenza indiretta (DGR 82 – 19073 del 23 maggio 1997) ottenendo dalla propria USL il rimborso di una gran parte delle spese per l’intervento e per la casa di cura. Resta a carico del paziente solo il pagamento di una differenza che contribuisce alla copertura delle spese per la utilizzazione di apparecchiature così sofisticate e costose. Lo specialista vi fornirà tutti i dettagli in merito.