Operazione Turbinanti con Laser

Cos'è il Laser

Dall'ostruzione respiratoria ai polipi

La parola LASER, in Italiano, significa approssimativamente “amplificazione di luce per mezzo di emissione stimolata di radiazioni”. Fu Einstein nel 1917 a scoprire il principio teorico del LASER, cioè la possibilità di emettere raggi luminosi in seguito a stimolazione, ma soltanto intorno agli anni ’50, fu possibile mettere in pratica i principi teorici. Il laser ad anidride carbonica (LASER CO2), il più utilizzato in otorinolaringoiatria, fu scoperto da Potel nel 1964 e sperimentato per la prima volta sull’uomo nel 1972. Il raggio luminoso di un “LASER” ad anidride carbonica è composto da onde elettromagnetiche della stessa direzione, della stessa frequenza, fase e colore e si colloca nel campo dell’infrarosso risultando pertanto invisibile; per poterlo utilizzare è quindi necessario associarlo ad un altro raggio laser, visibile, privo di azione sui tessuti.

Come agisce il raggio Laser

Il Laser è dunque un raggio di luce molto concentrata e la sua azione è dovuta ad un trasferimento di energia al tessuto recettore. L’energia fotonica è trasformata in calore e determinando fenomeni di foto-coagulazione (quando la temperatura del tessuto raggiunge i 50-60°) o fenomeni di vaporizzazione (quando la temperatura raggiunge i 100°); se la temperatura aumenta ancora si verifica una carbonizzazione dei tessuti. Questi differenti comportamenti variano con il diverso grado di assorbimento del raggio laser da parte dei tessuti oltre che con il tipo di laser utilizzato (I laser differiscono tra loro per la lunghezza d’onda del raggio emesso dipendente dal “mezzo attivo” stimolato: CO2, Argon, Rubinio, Diodi, Olmio, ecc.). Il Laser chirurgico ha molti vantaggi sul bisturi in quanto permette una vaporizzazione dei tessuti con scarso sanguinamento, modesta infiammazione e rapida cicatrizzazione.
Diverse utilizzazioni del Laser in medicina
Il LASER è utilizzato in medicina da oltre 20 anni ed è soprattutto in oftalmologia che presenta le applicazioni più interessanti. Attualmente LASER YAG e ad ARGON sono utilizzati per evitare i distacchi di retina e per distruggere la proliferazione anomala di piccoli vasi retinici che possono portare alla cecità. Più recentemente il Laser ad occimeri è utilizzato per scolpire la cornea e correggere la miopia. Permette inoltre il trattamento di patologie ginecologiche (lesioni del collo dell’utero), digerenti (piccoli polipi gastrointestinali) e cutanee (in dermatologia e chirurgia estetica).

Laser a CO2 e il Laser a diodi in Otorinolaringoiatria

Il LASER è stato utilizzato inizialmente nel trattamento di piccoli noduli e polipi delle corde vocali in microchirurgia laringea. Attualmente quello ad anidride carbonica è utilizzato per la chirurgia delle tonsille, di piccole neoformazioni o neoplasie della bocca e in alcuni interventi di microchirurgia dell’orecchio. Grazie ai recenti sviluppi della tecnologia, gli ultimi modelli di LASER CO2 ed il LASER A DIODI permettono il trattamento, con ottimi risultati, di gran parte delle patologie ostruttive nasali: creste e speroni del setto nasale, così come l’ipertrofia dei turbinati possono essere eliminati ambulatorialmente, evitando al paziente i disagi di un ricovero, della narcosi (anestesia generale) e del tamponamento nasale.
Va inoltre ricordato come nella chirurgia ORL l’uso del Laser si associ favorevolmente alle tecniche di microchirurgia e di chirurgia endoscopica: tale abbinamento consente, rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali, di ottenere risultati altrettanto soddisfacenti con un minor impegno per il paziente: tonsille, polipi e turbinati ipertrofici possono essere “vaporizzati” in anestesia locale in una o più sedute.
Negli ultimi anni l’utilizzazione del Laser si è estesa inoltre al trattamento della roncopatia (il russare) e delle apnee ostruttive notturne con asfissia cronica: in queste patologie l’uso del Laser si è rivelato affidabile, semplice ed efficace ed ha consentito il raggiungimento di risultati soddisfacenti in poche sedute ambulatoriali, in anestesia locale.
Lo sviluppo tecnologico attuale favorisce una medicina più semplice, degenze più brevi, più interventi ambulatoriali; si afferma il “day-Hospital” che consente al malato di ottenere i trattamenti diagnostici e terapeutici necessari senza interrompere le proprie abituali attività.
Il trattamento di numerose patologie ORL con il Laser a CO2 e con il LASER A DIODI risponde a questa evoluzione e alle richieste dei pazienti spesso preoccupati all’idea di un intervento chirurgico e dell’anestesia generale ad esso associata.

TERAPIA

Intervento chirurgico: è la soluzione elettiva e non esistono soluzioni alternative

Astensione terapeutica: in questo caso i disturbi respiratori persistono nel tempo e la presenza di roncopatia e apnee notturne possono essere causa di complicanze cardiache e respiratorie e comunque non consentire un sufficiente riposo notturno. La deviazione del setto non trattata può favorire episodi di sinusite acuta ed evolvere verso una sinusite cronica

Questi due pazienti con deviazione del setto nasale non operata e ostruzione respiratoria di lunga durata hanno sviluppato prima una rinite ipertrofica e quindi una sinusite cronica. Il paziente di sinistra ha una sinusite mascellare sinistra per blocco del complesso ostio-meatale, quello di destra ha sviluppato una sinusite etmoidale bilaterale. In questi casi l’indicazione chirurgica è assoluta perchè la patologia ha sicuramente una evoluzione peggiorativa.

L’intervento viene generalmente eseguito in anestesia generale ed in alcuni casi è possibile eseguire l’intervento con tecniche endoscopiche.

Il laser può essere utilizzato con successo quando vi siano deviazioni esclusivamente cartilaginee. Le varie opzioni verranno discusse di volta in volta con il paziente tenendo anche in considerazione le sue condizioni generali, l’età, le eventuali controindicazioni all’anestesia.

Nella tecnica tradizionale si effettua una incisione all’interno del naso per esporre la cartilagine e l’osso deviati che vengono rimodellati o asportati fino ad ottenere un setto ben allineato. Si sutura quindi la ferita chirurgica ed il setto viene mantenuto nella sua nuova posizione da due lamine di silicone che vengono mantenute in sede per 7-10 giorni. Generalmente non è necessario alcun tamponamento, ma nei rari casi di sanguinamento, si utilizza un tampone spugnoso che non aderisce alla mucosa nasale e che sarà tolto dopo circa 2 giorni con poco disagio per il paziente. Alla settoplastica, nei casi necessari, si può associare il trattamento della ipertrofia dei turbinati(*) con strumenti specifici (coagulazione bipolare, laser, bisturi armonico, radiofrequenza, ecc.), la plastica della concha bullosa(*) o del turbinato paradosso (*).

Il decorso post-operatorio non è di norma doloroso. Potrà essere presente un lieve gonfiore della regione della columella (la parte inferiore del naso) e del labbro superiore con dolore alla palpazione ma non ci saranno ematomi visibili sulla superficie esterna del viso. Dopo 7 giorni dall’intervento, il silicone viene rimosso, le secrezioni aspirate e si esegue una medicazione con pomate antibiotiche. Per qualche settimana il naso operato produrrà muco molto denso e potranno formarsi croste nasali, da rimuovere se producessero ostruzione respiratoria.

Di solito il paziente può riprendere attività lavorative leggere o di ufficio nel giro di 4-5 giorni dopo l’intervento mentre, soprattutto se il paziente è esposto a fumi, vapori, polvere, dovranno passare almeno 15 giorni prima di ritornare al lavoro. Il ritorno ad una funzione nasale normale richiede di solito 3-4 settimane