Chirurgia e intervento della sinusite cronica
CONSENSO INFORMATO E INFORMAZIONI CONCERNENTI L’INTERVENTO DI SINUSITE CRONICA
Gentile paziente la invitiamo a leggere il seguente documento, che contiene informazioni sull’intervento a cui dovrebbe essere sottoposto.
Ricordiamo che, contrariamente a quanto spesso viene affermato, nessun intervento chirurgico è semplice né banale. Alcune procedure chirurgiche “di routine” possono diventare molto complesse sia per le condizioni mediche generali del paziente che per frequenti variazioni anatomiche, patologie inattese che possono essere scoperte solo durante l’intervento e ancora per molti altri fattori che non è possibile prevedere nè elencare in dettaglio. Nonostante la preparazione e il massimo impegno del chirurgo non sempre è possibile ottenere risultati che soddisfino le aspettative del paziente o quanto lo specialista si era proposto.
I medici curanti sono comunque a sua disposizione per qualunque domanda e delucidazione. Ulteriori approfondimenti sono reperibili nel nostro sito www.orl.it .
Le ricordiamo di informare sempre, prima dell’intervento, il chirurgo e l’anestesista delle terapie effettuate o in corso ed in particolare dell’uso di farmaci anticoagulanti come l’aspirina e gli antiinfiammatori. Questi farmaci non devono essere assunti nei 10 giorni che precedono l’intervento. E’ consentito l’uso di antidolorifici o antinfiammatori a base di paracetamolo (tachipirina, efferalgan, acetamol)
E’ importante inoltre segnalare eventuali allergie a farmaci o a mezzo di contrasto.
Si prega di portare sempre ai colloqui con il chirurgo e con l’anestesista tutta la documentazione clinica del caso e i documenti medici relativi alle malattie importanti di cui dovesse soffrire.
Cosa comporta la sinusite cronica
La sinusite è una infiammazione dei seni paranasali (cavità ossee del cranio in comunicazione con le fosse nasali) che si definisce cronica quando presente da più di 10 settimane, nonostante adeguata terapia medica. Vi sono, per ciascun lato, un seno mascellare, un seno frontale, un seno sfenoidale ed un seno etmoidale. La patologia può interessare una o più di queste strutture mono o bilateralmente. Sintomi caratteristici sono: cefalea ricorrente, secrezione purulenta nasale, muco che scende dal naso alla gola, gonfiore a livello della guancia o attorno agli occhi, cattivo odore a livello del naso, ostruzione respiratoria nasale, ovattamento auricolare e otiti recidivanti.
Come si diagnostica la patologia
Storia clinica: persistenza nel tempo dei sintomi appena elencati che possono essere presenti singolarmente o in associazione
Esame obiettivo rinoscopico: riscontro di secrezione purulenta o mucosa nelle fosse nasali, di mucose iperemiche ed edematose, talora di polipi nasali
TC del massiccio facciale senza mezzo di contrasto: è richiesta per definire l’indicazione chirurgica appropriata al singolo caso, evidenziando l’entità dell’infezione, i seni interessati ed eventuali anomalie anatomiche predisponenti.
Opzioni terapeutiche
Terapia medica: richiede l’uso di antibiotici e steroidi per via orale, intramuscolare o aerosolica; può alleviare la sintomatologia nelle forme di breve durata, ma è difficilmente risolutiva
Intervento chirurgico: è la soluzione elettiva in particolare quando vi è un ostacolo al passaggio dell’aria dal naso ai seni paranasali per difetti anatomici o per presenza di polipi
Astensione terapeutica: vi è un progressivo peggioramento dei disturbi respiratori che possono estendersi alle basse vie respiratorie (sindrome sinuso-bronchiale); non è possibile inoltre escludere il rischio di complicanze anche gravi (infezioni a carico del contenuto orbitario, infezioni delle ossa facciali, meningiti, ascessi cerebrali, ecc.).
Perchè fare l'intervento
L’intervento ha lo scopo di rimuovere i tessuti infetti e le alterazioni anatomiche ripristinando un normale drenaggio ed una normale ventilazione dei seni paranasali interessati.
Tecnica chirurgica
Con l’aiuto di fibre ottiche e tecniche di microchirurgia endoscopica, raramente ad occhio nudo o con microscopio operatorio, si rimuove il tessuto patologico e si apre un’ampia e definitiva comunicazione tra i seni paranasali e le cavità nasali, riducendo il rischio di recidive dell’infezione; in caso di polipi viene utilizzato un apposito strumento che frantuma e aspira i polipi (debrider o shaker). Alla fine dell’intervento si applica una sostanza particolare a base di cellulosa semifluida che sostituisce il tamponamento nasale, permette al paziente di respirare dal naso e si dissolverà spontaneamente o sarà in parte aspirato nel post-operatorio. A volte può essere necessario un tamponamento e, se necessario, si posiziona un tubo di drenaggio per effettuare dei lavaggi nel postoperatorio. I tamponi nasali vengono rimossi solitamente dopo 2 giorni.
Decorso post operatorio
Il decorso post-operatorio non è di norma doloroso mentre si dovrà accettare il fastidio del tamponamento nasale, effettuato solo in situazioni di evidente tendenza al sanguinamento o quando si esegue anche la correzione del setto nasale. Potrà essere presente un lieve gonfiore della regione della columella (la parte inferiore del naso) e del labbro superiore con dolore alla palpazione. Possono, raramente, essere presenti ematomi palpebrali e della radice del naso che si riassorbiranno in 10-12 giorni. Un lieve rialzo febbrile è normale (fino a 38,5°) e scompare di solito alla rimozione del tamponamento. La copertura antibiotica previene l’instaurarsi di infezioni, in alcuni casi potrebbe essere necessario cambiare l’antibiotico prescritto alla dimissione.
Rimosso il tamponamento, se presente, le secrezioni vengono aspirate e la cavità nasale viene medicata con pomate antibiotiche e con una garza non adesiva che il paziente lascerà in sede per 24-48 ore. Nei giorni successivi il paziente eseguirà al proprio domicilio lavaggi nasali con soluzioni saline (più volte al giorno), applicazioni di pomate nasali ed eventualmente di garza grassa secondo le istruzioni che verranno consegnate al momento della dimissione. Dovranno essere effettuate visite di controllo ambulatoriali per i successivi 10-15 giorni, queste verranno programmate di volta in volta compatibilmente con le necessità del caso clinico. Per qualche settimana il naso operato produrrà muco molto denso e potranno formarsi croste nasali, da rimuovere se producessero ostruzione respiratoria.
Di solito attività lavorative leggere o di ufficio possono essere riprese nel giro di 4-5 giorni dopo l’intervento mentre, soprattutto se il paziente è esposto a fumi, vapori, polvere, dovranno passare almeno 15 giorni prima di ritornare al lavoro. La ripresa di una funzione nasale normale richiede di solito 3-4 settimane.
Possibili complicazioni e sequele
Anche se è impossibile enumerare tutte le possibili complicanze che possono seguire ad un qualsiasi intervento chirurgico, quelle riportate successivamente sono le più comuni:
Emorragia postoperatoria: è infrequente e può verificarsi nei primi 7 – 8 giorni; si risolve con tamponamento nasale
Lacrimazione: è in genere modesta, dipende dal tamponamento nasale e scompare quando questo viene rimosso
Edema, ematoma o enfisema (presenza di aria) orbitario e/o periorbitario: dipende da una microfrattura della parete interna ed anteriore dell’orbita e si risolve di solito nel giro di qualche giorno. In alcuni rari casi (emorragie intraorbitarie) può essere necessario un intervento di decompressione dell’orbita che si esegue con un’incisione esterna a livello della giunzione delle palpebre lateralmente durante l’intervento stesso oppure in un secondo tempo
Sinechie settoturbinali: essendo gli spazi chirurgici estremamente ridotti, vi è la possibilità che si formino cicatrici fra il setto e le pareti laterali del naso, con ostacolo al passaggio dell’aria; se questo avviene è possibile eliminarle con un piccolo intervento in anestesia locale seguito da un nuovo tamponamento
Rinite crostosa: dopo l’intervento si possono formare più facilmente croste all’interno del naso; in questo caso il fastidio può essere alleviato con lavaggi nasali salini e l’utilizzo di creme adatte
Lacrimazione persistente a distanza dall’intervento: dipende da anomalie di cicatrizzazione con occlusione parziale o totale dei sottili canali di drenaggio delle lacrime che uniscono l’occhio al naso (canali naso-lacrimali). È una complicanza rarissima trattabile con un intervento in anestesia locale di dacriocistorinostomia (apertura del sacco lacrimale nel naso).
Esistono poi alcune complicanze rarissime che, per la loro gravità, devono essere conosciute:
Lesioni permanenti dell’occhio che possono giungere fino alla perdita totale della vista
Lesioni della meninge e del cervello
Lesioni dell’arteria carotide interna o di arterie intracraniche con emorragie che possono anche essere mortali
È bene ricordare che quanto maggiore è la ricerca della radicalità nel corso dell’intervento tanto più alto è il rischio di ledere strutture importanti (occhio, meninge,carotide).
Bisogna comunque ricordare che il decorso della patologia stessa, nel caso si decida l’astensione terapeutica, può portare a queste gravi complicanze.
Firma del PAZIENTE / dell’esercente la patria potestà / del tutore …………………………………………………………………………….……………………………………………………………….…….
Firma del medico……………………………………………………………………………
Data: …………….……………………
Il presente MODULO INFORMATIVO dovrà essere restituito firmato alla caposala al momento del ricovero insieme al modulo di consenso informato