PERDITA UDITIVA “NORMALE” E DECLINO DEL CERVELLO
Scritto da Dott.ssa Manuela Sacchi e Dott. Fernando Mancini
ASSOCIAZIONE TRA PERDITA UDITIVA SUBCLINICA E PRESTAZIONI COGNITIVE
I rapporti tra perdita uditiva e decadimento cognitivo, con sviluppo successivo di varie forme di demenza, è ormai un fatto noto nel mondo scientifico. La prestigiosa rivista americana JAMA ha appena pubblicato uno studio condotto su 6451 pazienti per valutare se e quanto la differenza di udito nella fascia di udito considerata normale abbia la stessa influenza sulle capacità cognitive. Attualmente si considera normale l’udito compreso fra 0 e 25 dB. Oltre questo livello vi sono vari gradi di perdita uditiva che interessano soprattutto, ma non solo, i pazienti dai 70 anni in avanti. La soglia di 25 dB per separare la normoacusia dall’ipoacusia è convenzionale ed arbitraria inoltre non è ancora chiaro per quale livello di perdita uditiva sia indicata la protesizzazione.
Lo studio ha dimostrato come ad ogni aumento della soglia tra gli 0 e i 25 dB corrisponde una maggiore diminuzione della capacità cognitiva che è più marcata rispetto a quella osservata nei pazienti francamente ipoacusici.
Gli autori concludono suggerendo di rivalutare il limite tra normalità uditiva e ipoacusia e propongono il trattamento protesico precoce come possibile prevenzione di deficit cognitivo e demenza.